Quante vite ha ospitato la terra: il lungo viaggio dell’umanità

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inastinews.itQual è il numero di persone che hanno camminato su questo pianeta dall’alba dell’Homo sapiens fino ai giorni nostri? Secondo il Population Reference Bureau, l’umanità avrebbe raggiunto la cifra impressionante di 117 miliardi di individui nati e vissuti sulla Terra. Si tratta di una stima affascinante, soprattutto considerando che oggi siamo 8 miliardi, ovvero solo il 6,7% del totale di tutte le persone che abbiano mai popolato il pianeta. Questo dato racchiude in sé la storia evolutiva della nostra specie e il suo lungo viaggio, segnato da sfide straordinarie e da una lenta e faticosa crescita.

L’evoluzione della specie e l’inizio del calcolo

Il Population Reference Bureau ha preso come riferimento la comparsa dell’Homo sapiens, circa 200.000 anni fa. Tuttavia, alcune recenti scoperte fossili in Marocco hanno spinto indietro la datazione di questo evento a circa 300.000 anni fa. L’organizzazione ha optato per un approccio più conservativo, partendo da 190.000 anni fa, periodo in cui la nostra specie ha iniziato a diffondersi in Africa. Questo arco temporale, che rappresenta l’inizio del nostro viaggio evolutivo, è stato cruciale per capire come siamo arrivati ad abitare ogni angolo del pianeta.

Ma come si arriva a stimare il numero totale di persone che hanno vissuto finora? I ricercatori hanno utilizzato diversi parametri, tra cui la dimensione media della popolazione mondiale nel corso del tempo e il tasso di natalità. Nel lontano 8000 a.C., la popolazione mondiale era stimata a soli 5 milioni di individui. L’umanità viveva ancora in piccole tribù nomadi, sparse in diverse aree del pianeta, con un numero ridotto di nascite. A partire dall’8000 a.C., con l’avvento dell’agricoltura e della stanzialità, la popolazione ha iniziato lentamente a crescere, raggiungendo i 300 milioni all’anno 1 d.C. Tuttavia, questa crescita è stata caratterizzata da un ritmo estremamente lento, con un tasso di crescita medio globale pari a solo lo 0,05% annuo.

Tassi di natalità e aspettativa di vita: la sfida della sopravvivenza

Uno degli aspetti più affascinanti di queste stime riguarda il tasso di natalità. Più si torna indietro nel tempo, maggiore era il numero di nascite rispetto alla popolazione totale. Ciò è dovuto alla bassa aspettativa di vita: fino a poche centinaia di anni fa, la speranza di vita era inferiore ai 30 anni e, in alcuni periodi e regioni, come nella Francia del primo millennio a.C., l’aspettativa media di vita rimaneva di poco superiore ai 10 anni. Malattie, sottoalimentazione, mancanza di cure mediche e condizioni ambientali avverse rendevano la vita estremamente fragile. Per evitare l’estinzione, la risposta naturale dell’umanità fu quella di aumentare il numero di nascite. Un tasso di natalità intorno a 80 nascite per 1000 abitanti all’anno era necessario per garantire la sopravvivenza della specie, un dato che appare incredibile rispetto ai tassi attuali.

Dal boom demografico alla sovrappopolazione

È solo con la Rivoluzione Industriale e i progressi della scienza e della medicina che l’umanità ha iniziato a vedere un vero e proprio boom demografico. Dal primo miliardo di abitanti raggiunto nei primi decenni del XIX secolo, la popolazione mondiale è cresciuta esponenzialmente, arrivando a 8 miliardi nel 2021. Questa crescita non è stata priva di problemi: la questione della sovrappopolazione e dell’impatto ambientale dell’attività umana è oggi uno dei temi più dibattuti. Se nel passato l’umanità lottava per sopravvivere in un mondo ostile, oggi il problema è la sostenibilità delle nostre attività in un pianeta con risorse limitate.

Limiti e incertezze della stima

Ovviamente, la stima di 117 miliardi di individui non è priva di incertezze. Le variabili considerate sono molteplici e complesse, e i dati storici sono spesso frammentari e difficili da verificare. L’approccio del Population Reference Bureau si basa su una serie di assunzioni semplificate, come il partire da una coppia di individui originari, un’ipotesi che non tiene conto delle teorie evolutive multiple. Inoltre, le oscillazioni della popolazione causate da eventi catastrofici, come guerre, epidemie o carestie, sono state valutate in modo lineare, nonostante abbiano probabilmente avuto impatti significativi su scala locale e globale.

Questi dati ci mostrano quanto lungo e faticoso sia stato il cammino dell’umanità verso la crescita e la sopravvivenza. Un percorso che, oggi, ci vede di fronte a nuove sfide, non più legate alla sopravvivenza immediata, ma alla sostenibilità delle nostre azioni in un contesto globale sempre più interconnesso e vulnerabile.