Nel dibattito economico contemporaneo, i numeri con cui ci confrontiamo sono spesso talmente grandi da risultare difficili da comprendere in modo intuitivo.
Una delle espressioni più frequenti che genera confusione, soprattutto in contesti internazionali, è quella del “bilione”, una parola che nella lingua italiana ha un significato specifico ma che, nella scala corta in uso negli Stati Uniti, viene sostituita dal termine trillion, indicando mille miliardi.
Questo ordine di grandezza non è solo una curiosità linguistica, ma si intreccia con temi di estrema rilevanza, come il debito pubblico o i fondi di investimento globali. Ad esempio, il debito pubblico italiano, che si attesta attualmente intorno ai 2.949 miliardi di euro, rappresenta una cifra che per molte persone è difficile da immaginare.
Oltrepassare il milione in termini di numeri decimali è già un’impresa ardua per chi non ha familiarità con i grandi numeri, ma quando si arriva a parlare di miliardi o bilioni, la comprensione si dissolve quasi completamente e questo accade perché, quando le cifre diventano così elevate, il loro impatto nella discussione quotidiana si perde, allontanandosi dalla percezione comune
Se poi si introducesse nel discorso il termine “quadrilione” (un bilione di bilioni), o ironicamente il “fantastiliardo”, che evoca il patrimonio di Paperon de’ Paperoni, il senso concreto dei numeri perde davvero di ogni consistenza.
Bilioni e trilioni: un falso amico internazionale
Nella lingua italiana, il termine “bilione” indica un numero con 12 zeri, pari a mille miliardi, lo stesso che in inglese viene definito “trillion”. Questo equivoco è noto come falso amico, un termine linguistico che descrive parole simili in due lingue ma con significati diversi. In questo caso, la matematica aggrava il problema, rendendo necessaria un’attenzione particolare al contesto in cui si utilizza il termine.
Nella scala corta – usata in gran parte del mondo anglosassone “trillion” corrisponde a mille miliardi, mentre nella scala lunga europea corrisponde a un miliardo di miliardi. Per fare un esempio, un documento statunitense che menziona un “trillion dollars” si riferisce a mille miliardi di dollari, mentre la stessa cifra tradotta in italiano potrebbe erroneamente essere percepita come un trilione (un miliardo di miliardi), causando confusione e distorsioni nei dati.
Le due diverse scale numeriche
Le grandi cifre economiche che emergono nei dibattiti internazionali spesso soffrono del divario esistente tra le denominazioni numeriche della scala corta e della scala lunga.
La scala corta, usata nei paesi anglofoni, prevede una progressione dei numeri in cui ogni termine a partire da million è un multiplo di mille rispetto al precedente:
• 10^6: million = 1.000.000
• 10^9: billion = 1.000.000.000
• 10^12: trillion = 1.000.000.000.000
• 10^15: quadrillion = 1.000.000.000.000.000
• 10^18: quintillion = 1.000.000.000.000.000.000
In questo sistema, il termine billion in inglese corrisponde a ciò che in italiano è conosciuto come miliardo.
In Italia, come in tutti i Paesi dell’Unione Europea si utilizza la scala lunga, dove i termini con il suffisso “-one” sono multipli di un milione rispetto al termine precedente:
• 10^6: milione = 1.000.000
• 10^9: miliardo = 1.000.000.000
• 10^12: bilione = 1.000.000.000.000
• 10^15: biliardo = 1.000.000.000.000.000
• 10^18: trilione = 1.000.000.000.000.000.000
Nel 1990, l’Unione Europea ha ufficialmente adottato la scala lunga per standardizzare le denominazioni numeriche, contribuendo a chiarire queste ambiguità e a prevenire errori di interpretazione nei contesti economici e scientifici globali. La differenza tra scala lunga e corta resta cruciale, specialmente quando si trattano numeri così grandi da superare la comprensione immediata.
Il problema terminologico si può far risalire alla Francia. Nel 1480, i francesi proposero che un miliardo fosse un numero con 12 zeri, una definizione che venne accolta dagli inglesi. Tuttavia, nel XVII secolo, i francesi cambiarono nuovamente la definizione, riducendo il numero di zeri a nove, e gli Stati Uniti adottarono questa nuova convenzione. In un ulteriore colpo di scena, nel 1948, i francesi tornarono alla vecchia definizione. Questa sequenza di cambiamenti ha creato una confusione persistente nelle traduzioni e interpretazioni di testi internazionali. Non sorprende, quindi, che in molti documentari e programmi televisivi la traduzione dei numeri astronomici sia spesso imprecisa.
La sfida della percezione economica
Questa confusione linguistica ha un impatto tangibile quando si discute di questioni economiche di rilevanza globale. Basti pensare al Recovery Fund europeo o ai massicci investimenti necessari per affrontare il Green New Deal dove si parla di miliardi e bilioni di euro o dollari rendendo difficile valutare l’effettiva portata di tali interventi.