La recente allerta dell’Agenzia delle Entrate, diramata il 5 marzo 2025, ha riportato sotto i riflettori una questione di cruciale importanza: la persistente diffusione di messaggi ingannevoli che simulano notifiche amministrative. Questa minaccia, già evidenziata in passato, colpisce in modo trasversale cittadini, professionisti e, in particolare, imprese di diverse dimensioni. L’evoluzione costante delle strategie di phishing rende tali inganni sempre più sofisticati, determinando un rischio elevato non solo per i dati sensibili, ma anche per l’operatività e l’immagine delle aziende.
Come agisce il phishing basato su false notifiche
I messaggi fraudolenti spesso si presentano con l’aspetto di vere e proprie comunicazioni ufficiali, avvalendosi di denominazioni similari a quelle dell’Agenzia delle Entrate o di altre istituzioni. In molti casi, la mail contiene riferimenti a una presunta raccomandata o a un atto amministrativo in sospeso, corredato da un link ingannevole. Spessso gli attacchi provengono anche da comunicazioni che simulano essere istituti di credito o banche, sfruttando il naturale timore che possono suscitare questioni legate ai propri conti o finanziamenti. Inoltre, negli ultimi tempi, i cybercriminali tendono a utilizzare sempre più spesso la PEC – Posta Elettronica Certificata – sfruttando la credibilità che tale sistema offre, inducendo così le vittime ad abbassare le difese e a considerare autentiche le notifiche ricevute. Una volta cliccato il link in queste comunicazioni, il destinatario potrebbe essere indirizzato verso pagine web malevole create per sottrarre credenziali aziendali o installare software dannosi.
Implicazioni per l’ambiente imprenditoriale
Il settore delle imprese, in tutte le sue forme e dimensioni, è particolarmente esposto a questo genere di attacchi. La gestione di comunicazioni fiscali o amministrative, spesso concentrate in periodi di scadenze ravvicinate, può favorire la distrazione degli addetti ai lavori. Inoltre, la presenza di dati sensibili – dai report finanziari alle informazioni strategiche sui fornitori – costituisce un potenziale tesoro per i cybercriminali. Un singolo clic errato può offrire agli aggressori l’accesso a sistemi contabili, magazzini digitali o software di gestione delle vendite, con conseguenze potenzialmente disastrose sia sul piano economico che su quello reputazionale.
Il rischio del ransomware
Le cronache recenti hanno documentato numerosi casi in cui il phishing non si limita alla raccolta furtiva di informazioni, ma sfocia in vere e proprie operazioni di blocco dei sistemi informatici aziendali. Attraverso un malware noto con il termine “ransomware”, i criminali riescono a criptare i dati custoditi sui server e sui computer della società, rendendoli di fatto inaccessibili. In situazioni come queste, agli imprenditori viene talvolta richiesto un “riscatto” – spesso corrisposto in valuta virtuale – per ottenere la chiave di decriptazione e tornare in possesso dei propri archivi.
Questo fenomeno risulta particolarmente insidioso, poiché coinvolge non solo gli aspetti economici immediati ma anche la continuità operativa. La sospensione prolungata delle attività produttive o di servizi può danneggiare irrimediabilmente la credibilità di un’azienda, con gravi ripercussioni nei rapporti con fornitori e clienti. Inoltre, una volta subìto un attacco di questo tipo, il ripristino completo dei sistemi e la riconquista della fiducia del mercato diventano percorsi complessi e dispendiosi.
Danno diretto e indiretto
Il danno non è circoscritto al versamento del riscatto o alla mancata esecuzione di un pagamento. Spese legali, riconfigurazione dell’infrastruttura IT, ore di lavoro extra dedicate alle procedure di emergenza, perdita di commesse e peggioramento dell’immagine aziendale rappresentano soltanto alcuni dei costi conseguenti a episodi di questo genere. Un incidente di sicurezza, infatti, rischia di far emergere debolezze nei processi interni di gestione della corrispondenza, evidenziando la mancanza di protocolli rigorosi in materia di cybersecurity.
Strumenti di prevenzione
Di fronte a uno scenario tanto complesso, diventa prioritario adottare una strategia di prevenzione articolata, che includa diverse linee di azione:
- Formazione continua del personale: la sensibilizzazione sui rischi informatici riduce drasticamente gli incidenti, rendendo gli addetti più inclini a rilevare anomalie e a segnalare comportamenti sospetti.
- Adozione di filtri e soluzioni di sicurezza avanzate: strumenti aggiornati per la difesa dai malware, sistemi di riconoscimento dell’identità del mittente, monitoraggio delle PEC e blocco automatico delle mail malevole costituiscono un valore aggiunto nella protezione aziendale.
- Procedure interne e verifica dei domini: controllare l’autenticità del dominio di provenienza e stabilire un iter di validazione formale per tutte le comunicazioni che riguardano atti fiscali o amministrativi rappresentano contromisure efficaci contro i tentativi di frode.