Nel corso del 31° congresso Assiom Forex a Torino, il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, ha focalizzato l’attenzione sull’emergente fenomeno delle criptovalute, evidenziando le potenziali implicazioni per il sistema finanziario tradizionale.
L’ingresso dei giganti tecnologici nel mondo cripto
Panetta ha sottolineato la possibilità che grandi aziende tecnologiche possano emettere proprie criptoattività, inclusi strumenti con caratteristiche simili alla moneta elettronica. Questa prospettiva potrebbe rivoluzionare il panorama dei pagamenti, integrando tali strumenti in piattaforme con miliardi di utenti. Un esempio emblematico è “The Open Network” (TON), inizialmente sviluppato da Telegram. Sebbene Telegram abbia abbandonato il progetto nel 2020 a seguito di controversie legali con la Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti, TON è proseguito attraverso iniziative della comunità open-source. Questo caso illustra come le grandi piattaforme possano influenzare significativamente l’adozione di nuove forme di valuta digitale.
Implicazioni per le banche commerciali
L’adozione massiccia di criptoattività emesse da colossi tecnologici potrebbe ridurre il ruolo tradizionale delle banche commerciali. Queste ultime rischierebbero di perdere funzioni chiave, come l’intermediazione nei pagamenti, poiché gli utenti potrebbero preferire utilizzare le nuove monete digitali integrate nelle piattaforme che già frequentano quotidianamente. Questo scenario richiama l’attenzione sulla necessità per le banche di innovare e adattarsi, esplorando collaborazioni con il settore tecnologico e investendo in proprie soluzioni digitali per rimanere competitive.
La vigilanza delle banche centrali e le sfide normative
La diffusione delle criptoattività solleva questioni cruciali per le autorità di vigilanza. Panetta ha evidenziato come le divergenze normative tra Stati Uniti ed Europa possano complicare la regolamentazione a livello internazionale. Negli Stati Uniti, l’approccio più permissivo potrebbe favorire l’integrazione delle criptoattività nel sistema finanziario, mentre l’Europa, attraverso regolamenti come il Markets in Crypto-Assets Regulation (MiCAR), tende a privilegiare la tutela dei consumatori e a scoraggiare lo sviluppo di criptoattività speculative. Questa disparità richiede un coordinamento internazionale per evitare arbitraggi normativi e garantire la stabilità finanziaria globale.
Rischi e opportunità per il sistema finanziario
L’integrazione delle criptoattività nel sistema finanziario presenta sia opportunità che rischi. Da un lato, l’innovazione tecnologica può rendere i pagamenti più efficienti e inclusivi; dall’altro, l’assenza di una regolamentazione uniforme e la potenziale centralizzazione del potere finanziario nelle mani di pochi giganti tecnologici potrebbero minare la stabilità del sistema. Le banche centrali, pertanto, devono monitorare attentamente questi sviluppi, collaborando a livello internazionale per creare un quadro normativo che bilanci innovazione e sicurezza.
L’avvento delle criptoattività emesse da grandi aziende tecnologiche rappresenta una sfida epocale per il sistema finanziario tradizionale. Le banche commerciali e le autorità di vigilanza sono chiamate a ripensare strategie e regolamentazioni per affrontare un panorama in rapida evoluzione, garantendo al contempo la tutela dei consumatori e la stabilità economica.