Il panorama della sanità globale si trova di fronte a una minaccia invisibile, ma letale: l’antibioticoresistenza. In Italia, ogni anno, 11.000 persone perdono la vita a causa dell’incapacità degli antibiotici di contrastare batteri ormai divenuti resistenti. La situazione è ancora più critica in Europa, dove si contano 35.000 decessi annuali, e a livello mondiale, dove il numero supera abbondantemente il milione. Questi dati raccontano la storia di una vera e propria pandemia silenziosa che, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), potrebbe diventare la principale causa di morte nel mondo entro il 2050.
Il problema ha radici profonde e complesse, ed è figlio dell’uso eccessivo e spesso inappropriato di antibiotici. Non solo nel campo della medicina umana, ma anche nell’agricoltura e negli allevamenti intensivi, dove gli antimicrobici vengono impiegati per prevenire infezioni e favorire la crescita degli animali. L’abuso di questi farmaci ha portato all’evoluzione dei cosiddetti “superbatteri”, agenti patogeni che si sono adattati e hanno sviluppato una resistenza tale da rendere inefficaci molti degli antibiotici in uso. Il risultato è un circolo vizioso: più i batteri diventano resistenti, più antibiotici si utilizzano, rendendoli sempre meno efficaci.
Tra i batteri che hanno acquisito una resistenza pericolosa ci sono il Klebsiella pneumoniae e il Pseudomonas aeruginosa, responsabili di infezioni che colpiscono le vie respiratorie e il sistema osteoarticolare. In Italia, le infezioni legate all’antibioticoresistenza hanno un impatto devastante sul sistema sanitario. Secondo il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC), circa 430.000 persone sono state ricoverate negli ultimi due anni per infezioni contratte durante la degenza ospedaliera. Un fenomeno che ha occupato 2,7 milioni di posti letto all’anno e ha comportato un costo di 2,4 miliardi di euro per il Servizio Sanitario Nazionale.
La risposta internazionale a questa crisi non si è fatta attendere. Durante la riunione ministeriale del G7 Salute, tenutasi ad Ancona dal 9 all’11 ottobre 2024, l’antibioticoresistenza è stata definita “la nuova grande emergenza sanitaria globale”. Gli Stati Uniti hanno stanziato 115 milioni di dollari per la ricerca di nuovi antibiotici, un impegno fondamentale per invertire la rotta. Anche l’Italia ha deciso di unirsi a questo sforzo globale, destinando 21 milioni di euro a Carb-X, una partnership globale senza scopo di lucro che supporta lo sviluppo di nuove soluzioni terapeutiche per affrontare i superbatteri.
La lotta contro l’antibioticoresistenza richiede uno sforzo collettivo e una consapevolezza globale. Mentre i progressi della scienza sono essenziali, è altrettanto importante che l’intero settore agricolo e sanitario riconsideri l’uso indiscriminato di antibiotici. In questo contesto, la sfida non è solo quella di sviluppare nuovi farmaci, ma anche di promuovere un utilizzo più responsabile di quelli esistenti. Perché, alla fine, l’antibioticoresistenza non è solo una battaglia contro i batteri, ma una riflessione su come vogliamo gestire la salute del nostro pianeta e delle generazioni future.