Il giacimento di litio dell’Arkansas: una riserva che promette di cambiare la mobilità elettrica mondiale

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inastinewsLa recente scoperta di un giacimento di litio nel sud-ovest dell’Arkansas potrebbe cambiare le carte in tavola per il futuro energetico degli Stati Uniti e dell’intero settore della mobilità elettrica. Stime iniziali suggeriscono la presenza di una quantità di litio compresa tra i 5 e i 19 milioni di tonnellate, un volume che, se effettivamente recuperabile, potrebbe rendere gli Stati Uniti leader mondiali nelle riserve di questo fondamentale metallo, soddisfacendo da soli la domanda globale di litio prevista per il 2030 ben nove volte. Tuttavia, come spesso accade, alla promessa di abbondanza si accompagna la complessità della sostenibilità.

Il litio è oggi un elemento cruciale per la transizione energetica, utilizzato nelle batterie di veicoli elettrici e dispositivi elettronici che fanno parte della vita quotidiana. Il suo ruolo chiave nella decarbonizzazione lo rende sempre più prezioso, facendo aumentare la domanda e il costo. Attualmente, oltre l’84% delle riserve mondiali conosciute di litio sono concentrate in Argentina, Australia, Cile e Cina, rendendo difficoltoso e costoso assicurarsi l’approvvigionamento necessario. La scoperta dell’Arkansas, quindi, rappresenta un’opportunità importante per gli Stati Uniti di ridurre la dipendenza dalle importazioni e rafforzare la catena di fornitura interna.

Tuttavia, l’estrazione del litio dalle salamoie della Formazione Smackover, una vasta formazione geologica risalente al periodo Giurassico, non è priva di criticità. Il litio, infatti, non si trova in stato puro ma è disciolto in acque estremamente salate, che devono essere trattate per separare il metallo. Tradizionalmente, il metodo di estrazione prevede l’evaporazione dell’acqua delle salamoie in grandi vasche, un processo che richiede molto tempo (fino a 18 mesi) e ha un impatto pesante sugli ecosistemi locali, soprattutto in zone aride come i deserti argentini e cileni. Questo metodo, pur essendo consolidato, comporta un significativo spreco di risorse idriche, sottraendo acqua a contesti già critici per la loro scarsità.

L’alternativa più promettente, ma ancora poco diffusa, è rappresentata dalla DLE (Direct Lithium Extraction), una tecnologia che consente di isolare il litio direttamente dalla soluzione salina tramite l’uso di resine o materiali assorbenti. La DLE non solo riduce drasticamente i tempi di estrazione (circa due settimane), ma permette anche di reintrodurre l’acqua minerale nel sottosuolo, preservando così le falde acquifere e aumentando l’efficienza di recupero del litio fino al 90%. ExxonMobil, una delle principali compagnie energetiche al mondo, ha già deciso di investire in questa tecnologia per i suoi progetti nell’Arkansas, riconoscendo il potenziale della DLE come soluzione più sostenibile ed efficiente rispetto ai metodi tradizionali.

La sfida, quindi, non è solo quella di scoprire nuove riserve di litio, ma di sviluppare tecniche di estrazione che siano in grado di conciliare la necessità di crescita economica con la tutela dell’ambiente. Questo nuovo giacimento, se trattato con l’attenzione necessaria, potrebbe rappresentare un punto di svolta, permettendo agli Stati Uniti di diventare un protagonista nella rivoluzione energetica globale. Ma il percorso verso la sostenibilità richiederà investimenti e innovazione, poiché la vera ricchezza non è solo nella quantità di litio disponibile, ma nella capacità di estrarlo senza compromettere il delicato equilibrio del nostro pianeta.